O sepolcro bellissimo del corpo della madre,
come vederti nel sottoterra degli occhi,
come in te penetrare, come in tutto cambiarti
e come di nuovo ritrarsi
e di tutto parlare quello che in sé nasconde
il ronzio del tuo sangue, del fiume sotterraneo?
Cantassero le mie parole!
Benché confuse oh risonassero a lungo!
Non è la madre. È qualcosa di maligno,
maligno inconsapevole, soltanto così,
scherzo di Dio, perché dal sepolcro bellissimo
s’è alzato a volo non l’angelo ma uno sciancato uccello,
il sangue della madre, a cui sei per sempre affidato,
adesso che sei nella luce è cambiato.
Sei tutto solo ed apri la porta.
E la madre tace. La madre guarda.
Jiří Orten, La cosa chiamata poesia (1969)